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EDUCATORI

Coinvolgi la tua classe e la tua scuola

Il gioco è il lavoro del bambino

Jean Piaget

La scienza ci ha dimostrato che quando si gioca si apprende meglio e  più in fretta. Giocando i bambini imitano i comportamenti degli adulti, affinano le abilità motorie, elaborano eventi emotivi e apprendono molto del mondo che li circonda. 

Perché allora nelle scuole di oggi viene lasciato così poco spazio al gioco, alle risate e al movimento?

Nelle nostre scuole si ride troppo poco” diceva Gianni Rodari e – nonostante sia passato qualche lustro – questa affermazione rimane tristemente attuale. Purtroppo la scuola, oggi, è un posto in cui i bambini vanno malvolentieri, in cui si sta per ore seduti sui banchi, con una disposizione degli studenti (che ci portiamo dietro da più di un secolo) che non permette la cooperazione e il movimento. Crediamo che, nonostante la pandemia, sia possibile operare in modo diverso, come educatori e dirigenti, per dare alla vita scolastica un respiro diverso e più giocoso.

La convinzione alla base dello stato dei fatti è che apprendimento non fa rima con divertimento. A scuola non esistono momenti legati al gioco e alle risate, che sono in realtà alleati e potenti catalizzatori dei processi educativi. Ma le cose possono e devono cambiare.

C’è uno studio molto interessante (1), condotto da un team di psicologi francesi, sull’apprendimento osservativo con bambini di 18 mesi e i risultati emersi dallo studio sono incredibili e dimostrano come apprendere divertendosi è immediato e, naturalmente, più piacevole.

 

two toddlers playing outdoors

La scienza ha evidenziato quanto le emozioni giochino un ruolo fondamentale nei processi d’apprendimento. La paura dell’errore, l’ansia per la competizione, il senso di inadeguatezza sono le emozioni più frequenti tra i banchi di scuola: questo vuol dire che il sistema scolastico spinge gli studenti ad ancorare i concetti e le abilità a emozioni negative.

Vogliamo una scuola in cui ci sia spazio per il gioco. I miseri 10 minuti di ricreazione (spesso passati in aula) sembrano una beffa per la natura dei bambini, che darebbero il meglio di loro stessi se gli insegnanti avessero a disposizione tempo e modi differenti per svolgere le lezioni.

Daniela Lucangeli, ordinario di psicologia all’Università di Padova nonché membro dell’Accademia Internazionale delle Scienze, scrive:

“A scuola si vivono delle esperienze significative della propria fase di crescita e le figure più importanti sono gli insegnanti e i compagni. Le ricerche dimostrano come le emozioni accompagnino ogni esperienza di apprendimento, quindi se noi impariamo provando paura tutte le volte che riprendiamo dalla nostra memoria quello che abbiamo appreso, riportiamo con noi anche la paura. Se apprendiamo con ansia, riprendiamo l’ansia. Quindi le scienze cognitive che sono più esposte verso l’educazione ci avvertono e ci dicono: ‘Se volete che i bambini apprendano ottenendo il meglio da loro stessi bisogna ritornare a far apprendere con il sorriso […]‘. Si parla di warm cognition, ovvero apprendimento caldo, con le emozioni migliori.”

boy in orange long sleeve shirt

Da uno degli studi citati nelle fonti:

Dati i risultati che mostrano il forte legame che c’è tra gioco e apprendimento, è quasi scioccante che il gioco sia così svalutato nella nostra cultura: spesso rappresenta soltanto l’opposto del lavoro produttivo. Un recente rapporto di Elkind suggerisce che negli ultimi anni 30.000 scuole hanno abbandonato la ricreazione per fare più spazio all’apprendimento accademico. Dal 1997 al 2003, il tempo trascorso dai bambini nei giochi all’aperto è diminuito del 50%. Negli ultimi 20 anni, i bambini hanno perso più di 8 ore di gioco a settimana.

In molti non si rendono quanto il gioco e l’apprendimento siano indissolubilmente legati. Quando i bambini giocano stanno imparando. I bambini che si dedicano al gioco e all’apprendimento ludico ottengono risultati migliori nelle materie accademiche rispetto ai loro coetanei che giocano meno. Il lavoro che cementa questa relazione, tuttavia, sta appena cominciando a emergere e, a questo punto, le relazioni tra gioco e apprendimento sono in gran parte basate su prove di correlazione. Nel prossimo decennio, dobbiamo fare di più per confrontare la relazione tra il gioco e l’apprendimento dei risultati accademici e sociali in modi controllati ed empirici.

(2) play = learning – 2006

 

(1) Esseily, R. (2016) Humour production may enhance observational learning of a new tool-use action in 18-month-old infants. Cognition and Emotion; 30(4):817-825.

(2) Singer DG, Golinkoff RM, Hirsh-Pasek K, eds. Play = Learning: How Play Motivates and Enhances Children’s Cognitive and Social-Emotional Growth New York, NY: Oxford University Press; 2006

Karen Stagnitti – An investigation into the effect of play-based instruction on the development of play skills and oral language – 5 Maggio 2015.

Hirsh-Pasek K, Golinkoff RM. Why Play = Learning. In: Tremblay RE, Boivin M, Peters RDeV, eds. Smith PK, topic ed. Encyclopedia on Early Childhood Development [online] Published October 2008.

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